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Nuova riforma universitaria, tra dubbi e potenzialità

Il CNI – Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha presentato una proposta autonoma al MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca riguardante una riforma prevista per gli studi di Ingegneria, la quale verrà approfondita nel corso dei prossimi mesi e sicuramente del prossimo anno.

La proposta, seppur valida nel contenuto, trattando di un argomento che negli anni ha sempre suscitato molto interesse e attenzione, ha sicuramente subito un’accelerazione da parte del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che non ha effettuato tutti i passaggi procedurali previsti all’interno delle istituzioni degli ingegneri e che  non ha visto raccogliere le opinioni dei vari Ordini territoriali e provinciali.

La proposta consiste nel superamento del corso di laurea classico  che vede la triennale prima e la magistrale o specialistica poi (3+2 ) per adottare un sistema 4+1, facendo quindi aumentare di un anno il percorso formativo base al quale si potrà aggiungere un ulteriore anno di master o specializzazione, pur sempre rispettando i 5 anni canonici di formazione totale.  

Tale proposta ha sicuramente degli aspetti positivi, ma non per quanto riguarda il punto di vista metodologico. La riforma doveva essere discussa preventivamente con il Ministero e con l’Università, ad esempio alla Conferenza dei Rettori o alla Conferenza dei Presidi della Scuola di Ingegneria, per cercare di capire il punto di vista dell’università stessa, in quanto ente principalmente coinvolto.

Si tratta di un tema molto importante che sicuramente ci impegneremo a riprendere in seguito.

Pasqualino Boschetto

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