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Sismabonus e riclassificazione sismica, il parere dell’esperto ing. Gianluca Pasqualon

L’intero territorio veneto è stato sismicamente riclassificato dalla Regione.  “In provincia di Venezia, con l’entrata in vigore del provvedimento – spiega il Presidente dell’Ordine Ingegneri Venezia ing. Mariano Carraro – tutti i Comuni si troveranno in zona 3 e potranno, ora, accedere ai benefici del “sismabonus”. Ci sono, tuttavia, non pochi dubbi interpretativi. Pubblichiamo il parere, in merito, del nostro esperto ing. Gianluca Pasqualon, docente di numerosi corsi presso l’Ordine di Venezia”.

Download PDF Parere dell’esperto ing. Gianluca Pasqualon su SISMABONUS E RICLASSIFICAZIONE SISMICA VENETO

 

Link utili download file:

PDF mappa di pericolosità sismica del Veneto

PDF Elenco Comuni del Veneto con indicazione zona sismica appartenenza

PDF Classificazione Comuni del Veneto zone sismiche

 

La nuova zonizzazione sismica del Veneto deve essere vista, anzitutto, come un’occasione importante per il miglioramento del patrimonio edilizio della Regione.

Infatti, dopo il terremoto del 2012, durante il quale si sono avuti importanti risentimenti anche in vaste zone del nostro territorio che si ritenevano non a rischio terremoto, forse per la prima volta si è cominciato a parlarne non solo tra chi ne è stato, purtroppo, vittima.

L’effetto distruttivo è stato talmente dirompente e le immagini sono state così impressionanti che molte persone hanno cominciato a porsi la domanda:“… ma la mia casa sarà sicura? Riuscirebbe a reggere ad un terremoto del genere?… ”.

Il successivo sisma di Amatrice ha dato il colpo di grazia.

Era arrivato il momento di riconnettere le evidenze rilevate con le attuali conoscenze scientifiche.

Ed eccoci, quindi, alle prese con la nuova mappa sismica.

Con la nuova riorganizzazione il Veneto azzera la zona 4, quella a più basso rischio sismico nella quale rientravano 165 Comuni, che la nuova classificazione fa migrare in zona 3.

La fascia 3si assottiglia e passa da 327 a 305 Comuni, perché numerosi di essi passano alla zona di rischio sismico più alta, la 2, che ora ne annovererà 247.La zona 1, quella a più alto rischio di evento sismico, era prima deserta e adesso entreranno a farne parte 11 Comuni.

Gli undici Comuni classificati a maggior rischio sismico sono quattro in provincia di Treviso (Vittorio Veneto, Tarzo, Revine Lago e Fregona) e sette in provincia di Belluno (Belluno, Alpago, Chies d’Alpago, Valbelluna, Tambre, Ponte nelle Alpi, Limana).

Questa nuova suddivisione, oltre a essere indispensabile per organizzare adeguatamente la prevenzione del rischio sismico, è rilevante per gli aspetti amministrativi previsti dalla vigente normativa che disciplina l’attività edificatoria e per l’applicazione dei benefici derivanti dall’incentivazione fiscale finalizzata alla riduzione del rischio sismico delle costruzioni esistenti.

Parliamo del “vecchio” Sismabonus (tuttora vigente) e, ahimè, del famigerato Supersimabonus 110% introdotto con il cosiddetto Decreto Rilancio poi convertito nella Legge n. 77 del 17 luglio 2020.

Come avrete capito, chi scrive, generalmente sospettoso già di suo sulle cose “super”, è fortemente infastidito dal Bonus 110.

Le motivazioni sono molto semplici.

Mentre con il Sismabonus tradizionale è necessario, quantomeno, fare un miglioramento strutturale dell’edificio che porti al salto (in meglio) di almeno una classe di rischio sismico, ora con il Super, sono consentiti anche quelli che, nelle normative tecniche, sono chiamati riparazioni e interventi locali.

Sempre che, a voler pensar male, non si voglia comprendere, tra questi, anche gli interventi di stucco e pittura.

Certo!!!

Perché con il decreto Rilancio il Legislatore ha innalzato l’importo della detrazione al 110%, senza tener conto però della premialità legata alla classificazione sismica dell’edificio.

Il Super, infatti, porta in detrazione al 110% tutti gli interventi ammessi nel Sismabonus e al buon caro Bonus Ristrutturazione;in pratica, non è più necessario fare il miglioramento sismico del proprio edificio, attestando il salto di classe, ma qualsiasi tipo di intervento va al 110%.

Dal punto di vista della prevenzione e della sicurezza è un clamoroso passo indietro.

Si viene, infatti, a perdere l’aspetto della premialità legata alla classificazione sismica dell’edificio propria del “vecchio sismabonus”: “più migliori la tua caso e più io, Stato, ti premio”.

E’ a tutti evidente che questoSuper è nato per far fronte alla crisi amplificata dalla pandemia e per rilanciare l’edilizia e quindi si è scelto di favorirlo, sacrificando l’aspetto della premialità.

E’, senz’altro, di grande importanza la ricaduta sul lavoro: in questa fase di emergenza il poter aprire nuovi cantieri darà respiro a tutto il settore. Inoltre, visto che i benefici sono per gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione, si interverrà sul patrimonio esistente, riqualificandolo, senza consumo di altro suolo vergine.

E’, però, un concetto sbagliato perché perdere la possibilità di classificazione non permette ai privati di conoscere lo “stato di salute” del proprio edificio e soprattutto lo Stato non ha la possibilità di mettere in atto una pianificazione fondamentale per ideare una strategia di riduzione del rischio su larga scala.

È anche vero che, almeno teoricamente, una volta che intervieni strutturalmente, lo fai per ripristinare una serie di carenze, ma viene a mancare la premialità prevista dal Sismabonus: più migliori e più ti agevolo.

Sostanzialmente ciascuno è libero di scegliere il proprio rischio; con il Sismabonus al 110, invece, non hai nessun incentivo per migliorare la tua situazione, perché ci si può fermare a un livello estremamente basso, il minimo sindacale, e prendi comunque il 110%.

Si perde quindi lo stimolo a puntare a soluzioni migliori.

A questo punto, però, la domanda è lecita: ma il professionista che cura il progetto di un edificio non punta sempre all’intervento più efficace?

Io auspico che sia così ed essendo un inguaribile sentimentale immagino sia la prassi.

In realtà, uno dei principali scogli del Super è che molte volte gli interventi strutturali sono invasivi.

L’inquilino tipo potrebbe dire: “… Stato, puoi mettere a disposizione tutte le agevolazioni importanti che vuoi, ma se poi devo stare fuori di casa un mese e quando torno mi hai devastato la cucina nuova…”

È chiaro che riuscire a intervenire in maniera più limitata, solo all’esterno o senza andare all’interno è auspicabile, ma purtroppo nella maggior parte dei casi, per quanto riguarda le strutture, è molto difficile.

Questo è il motivo per cui tutti parlano di Ecobonus e di efficientamento energetico e poco di miglioramento sismico.

Un conto è sostituire degli infissi, inserire un termocappotto o tinteggiare una facciata, mentre un discorso diverso è intervenire strutturalmente.

Alla gente, io per primo, non piace avere disagi.

Dopo questa lunga quanto inutile premessa, veniamo ai problemi ai quali si troveranno di fronte i professionisti che si vedono deportati dalla zona 4 alla 3.

Ai clienti il beneficio fiscale che ne potrebbe conseguire fa gola e quindi tartassano il tecnico: “… ’ngegnervojoel supercalifragilisticsismabonus110 …”.

Le numerose richieste di aiuto che, in questi concitati giorni, i miei colleghi inviano all’Ordine riguardano soprattutto i termini di applicabilità del Super.

Ovviamente, oggi, non sono in grado di dare una risposta certa che, invece, spero troverà spazio nella Delibera finale della Giunta; posso solo limitarmi a “interpretare” quello che prescrive la Legge.

Il punto fondamentale è che non si ha diritto al beneficio fiscale (sismabonus tradizionale e/o Super) se la documentazione relativa (il malfamato Modello B con la micidiale Asseverazione del progettista) non viene depositata contestualmente alla SCIA o alla richiesta del Permesso di Costruire.

Questo è un punto fondamentale.

Provate a pensare: tra qualche anno, quando lo Stato si troverà indebitato fino al …. a causa, anche, dei probabili Super benefici fiscali concessi, non farà di tutto per rientrare in possesso di quanto riterrà, a torto o a ragione, maltolto?

Non vorrei mai che, anche il cavillo di aver presentato tardivamente il Modello B, fosse occasione per l’Agenzia delle Entrate di chiedere la restituzione dei soldi del beneficio eventualmente ottenuto.

In questo caso il Cliente si incazza e fa causa al professionista che, secondo lui, ha fatto le cose male.

E’ questo, infatti, il solo motivo logico per cui ci impongono l’obbligo dell’assicurazione a“… garanziadel cliente e dello Stato…”.

Tuttavia, visto che nessuno di noi ha il potere di prevedere il futuro, è evidente che al momento della presentazione del titolo edilizio, i tecnici veneziani (o, più in generale, quelli operanti nella ormai ex zona 4) potevano non sapere che la Regione stava per cambiare le carte in tavola.

L’Agenzia delle Entrate si è espressa a questo proposito affermando che per i soli titoli abilitativi richiesti apartire dalla data di entrata in vigore del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 9gennaio 2020, n. 24 e, pertanto, dal 16gennaio 2020, “…il progetto degli interventi per lariduzione del rischio sismico e l’asseverazione di cui al comma 2 … dovranno essere presentati tempestivamente e comunque prima dell’inizio dei lavori…”.

Morale: se avete già presentato la SCIA o altro, ma non avete ancora cominciato i lavori, ritengo che sia possibile l’accesso al Super.

Se, invece, i lavori sono già cominciati, lasciate perdere e accontentavi del normale Bonus ristrutturazioni.

Tutto ciò, ovviamente, a meno di future interpretazioni della Regione o dell’Agenzia delle Entrate.

In bocca al lupo a tutti.

 

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