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Una convenzione per il riassetto idraulico del territorio

Ordine degli Ingegneri di Verona, Acque Veronesi e Ato Veronese fanno squadra per adeguare le reti fognarie

 

Una convenzione per la redazione e lo sviluppo di studi sulle criticità e i criteri di soluzione dei sistemi di drenaggio urbano. È quanto annunciano congiuntamente Acque Veronesi, Ordine degli Ingegneri di Verona e Consiglio di Bacino Veronese (ATO).

L’accordo nasce dal tavolo tecnico finalizzato a un “piano per l’adeguamento delle reti fognarie comunali” coordinato dal Consiglio di Bacino, durante cui, alla luce dei cambiamenti climatici in atto, è emersa la necessità di uno studio complessivo per il riassetto idraulico, che a Verona manca dal 1970, progettando gli interventi strutturali necessari alla messa in sicurezza idraulica del territorio.

Acque Veronesi, diventato uno dei primi gestori del servizio idrico integrato in Italia a farsi parte attiva nella gestione delle acque piovane e a mettere a disposizione delle amministrazioni pubbliche le proprie professionalità attraverso una specifica convenzione, ha chiesto il fondamentale supporto dell’Ordine degli Ingegneri per individuare criticità e possibili soluzioni da sottoporre al Consiglio di Bacino e ai comuni stessi.

L’Ordine degli Ingeneri metterà a disposizione di Acque Veronesi l’attività della propria Commissione Idraulica, già impegnata negli ultimi anni nella redazione di un disegno di legge regionale per la corretta gestione e la funzionalità del reticolo idrico minore.

“La sinergia con l’ordine degli ingegneri, sommata alla convenzione offerta ai comuni, conferma che sul tema delle acque bianche comunali Acque Veronesi e il Consiglio di Bacino stanno facendo il massimo sforzo possibile, andando ben oltre la specifica competenza del servizio idrico integrato”, evidenzia il presidente di Acque Veronesi, Roberto Mantovanelli. “Si tratta di un problema noto da tempo e complesso sia da un punto di vista tecnico che normativo: da un lato ci troviamo a gestire infrastrutture in molti casi obsolete, la cui inefficacia è resa ulteriormente evidente dai cambiamenti climatici in atto, dall’altra una responsabilità frammentata che vede la compresenza di molti enti che si devono coordinare tra loro e faticano a reperire le risorse economiche necessarie. Con questi primi passi si intende affrontare il problema in maniera seria e complessiva, creando le basi scientifiche per la progettazione degli interventi che da qui ai prossimi anni dovranno portare i risultati tanto attesi”.

“Tutto è nato con la recente recente proposta per una legge regionale di tutela del reticolo idrografico minore, promossa anche dal nostro Ordine”, evidenzia il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Andrea Falsirollo.  “La convenzione rappresenta un ulteriore tassello verso la messa in sicurezza e il riassetto idraulico del territorio. Apprezziamo la proposta di collaborazione perché si sposa perfettamente con il nostro pensiero che, prima di realizzare, sia necessario un lavoro di analisi, base fondamentale per una corretta programmazione e progettazione. Inoltre, crediamo molto nella sinergia con le realtà pubbliche locali e uno dei nostri obiettivi è proprio quello di poter mettere a disposizione le competenze acquisite per la cura e la tutela del territorio”.

“Da sempre è l’unione che fa la forza ed è in quest’ottica che l’accordo sottoscritto porterà sicuri risultati” dichiara Bruno Fanton, presidente del Consiglio di Bacino dell’ATO Veronese. “La competenza tecnica dell’Ordine degli Ingegneri unita alla competenza gestionale di Acque Veronesi e quella amministrativa dell’ATO permetterà di affrontare concretamente il problema degli allagamenti nelle aree urbane. Un contributo determinante per vincere questa sfida arriverà anche dai successivi accordi con gli enti locali, sull’esempio di ciò che è stato fatto con il comune di Villafranca. Il mio personale ringraziamento va al presidente di Acque Veronesi e a quello dell’Ordine degli Ingegneri per l’attenzione e sensibilità dimostrata per la risoluzione di questo annoso e improcrastinabile problema”.

Simone Venturini, coordinatore della commissione idraulica dell’Ordine va nei dettagli della convenzione.

“La nostra commissione si occuperà di redigere una specifica tecnica utile ad Acque Veronesi per individuare i criteri con cui selezionare gli ingegneri da impegnare negli studi sul drenaggio delle acque meteoriche.

Purtroppo, buona parte del reticolo idrografico naturale finisce nel sistema fognario a causa di un’incuria iniziata una trentina di anni fa. Ciò mette in crisi le fognature creando fenomeni noti, come nei casi di Veronetta o di Santo Stefano, dove le acque arrivano direttamente dai versanti delle Torricelle. Il problema non dipende quindi dagli scarichi dei cittadini, ma dalla carenza del reticolo che, nel tempo, è stato trascurato da molti privati.
Incisioni, fossi, canalette non sono ben conservati e nemmeno tracciati e finiscono per riversare le acque piovane nei tombini e nelle fognature. Se è vero che dobbiamo fare i conti con qualche evento intenso maggiore rispetto al passato, il problema reale da contrastare è l’alterazione del territorio. La normativa italiana su questo è carente, e non esiste nemmeno una mappatura puntuale dei vecchi fossi.

La nostra proposta prevede quindi proprio una prima fase di ricostruzione cartografica del reticolo storico, consultando le vecchie carte e parlando con contadini e agricoltori anziani, per perimetrare, poi, attraverso l’applicazione di modelli matematici di propagazione delle onde di piena, via per via e Comune per Comune le aree allagabili.
Quindi forniremo ad Acque Veronesi le specifiche sui modelli numerici da utilizzare, ossia sui software per simulare fenomeni di pioggia e allagamento e quindi capire come intervenire per contrastare i disagi e le criticità che ne derivano”.

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