Skip to content Skip to main navigation Skip to footer

Autore: Federazione

A Venezia i Veneti gemellati con Lussino: tra i progetti c’è il traghetto e una regata

Importante accordo di gemellaggio siglato ieri al meeting di Venezia con Lussino all’Hotel Papadopoli, animato dal gruppo folkloristico Manfrina dell’arcipelago lussignano e con i prodotti a km zero di Coldiretti Veneto Campagna Amica. Tra i numerosi firmatari il console onorario della Croazia in Veneto Nela Sersen, l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia Massimiliano De Martin, il presidente dell’Ordine Ingegneri Venezia Mariano Carraro e il delegato della Federazione Ingegneri del Veneto Luca Lucchetta, da Lussinpiccolo il presidente della Comunità Italiani Sanjin Zoretic con il direttore dell’Ente Turismo Dalibr Cvitković e il direttore di Jadranka Ninoslav Vidović, il presidente Terranostra Coldiretti Veneto Diego Scaramuzza, il presidente Yacht Club Venezia Mirco Sguairo, il direttore dell’aeroporto Nicelli Giacomo Zamprogno, il consigliere Engim Veneto Valter Giacomini e altre decine di persone tra organizzazioni, agenzie e imprese.

(altro…)

Ordine Ingegneri Venezia: premiati gli INGEGNERI ILLUSTRI a 50 anni dalla laurea

Sabato 23 marzo il Presidente dell’Ordine Ingegneri Venezia ing. Mariano Carraro ha premiato, insieme al Presidente del Collegio ing. Sandro Boato, 11 ingegneri illustri con l’osella d’oro per i 50 anni dalla laurea: Leandro De Rossi, Giuseppe Lapis, Renzo Mazzon, Luigi Muffato, Maria Giovanna Piva, Maurizio Pozzato, Antonio Rusconi, Marco Salmini, Giovanni Sandri, Filippo Valenti, Flavio Zanchettin.

CENTRO STUDI CNI: ANCORA IN AUMENTO IL NUMERO DI INGEGNERI ISCRITTI ALL’ALBO PROFESSIONALE

Lo attesta l’ultimo rapporto che analizza i dati di inizio 2024. Resta limitata, però, la capacità attrattiva del sistema ordinistico nei confronti dei giovani. Forte crescita, invece, della componente femminile.

Continua a crescere il numero di Ingegneri iscritti all’Albo professionale. All’inizio del 2024 è stato registrato un saldo positivo rispetto al 2023. La platea complessiva ha superato, infatti, la soglia dei 250mila iscritti, con un incremento dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nonostante questo incremento, l’Albo professionale si rivela un’opportunità ancora non del tutto apprezzata dai giovani laureati, dal momento che solo un laureato magistrale in discipline ingegneristiche su dieci formalizza la sua iscrizione all’Ordine. Inoltre, tra coloro che hanno conseguito l’abilitazione, due su tre non procedono con l’iscrizione all’Albo. E’ quanto emerge dal rapporto annuale reso pubblico dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

“I dati del rapporto del nostro Centro Studi – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI – sono relativamente confortanti su una prospettiva di breve termine. Tuttavia, se guardiamo al futuro del sistema ordinistico, il fatto che ad un elevato numero di nuovi laureati nelle discipline ingegneristiche non corrisponda un altrettanto elevato incremento delle iscrizioni all’Albo rappresenta un problema. Del resto, siamo di fronte ad un fenomeno che registriamo ormai da molti anni e che riguarda non solo il nostro albo, ma tutto il mondo delle professioni che, in questa fase storica, evidentemente risulta non sufficientemente attrattivo per i giovani. Il progressivo invecchiamento dell’universo degli iscritti all’Albo degli Ingegneri, puntualmente documentato dai rapporti del Centro Studi, indice di un insufficiente ricambio generazionale, obbliga il Consiglio Nazionale, come abbiamo più volte sottolineato, a studiare nuove politiche e nuovi servizi per gli iscritti, con particolare attenzione alle esigenze dei giovani colleghi. Inoltre, è necessaria una seria riflessione sull’eventuale opportunità di ripensare la struttura dell’Albo per tornare a consentirgli di intercettare i giovani, anche prevedendo l’obbligatorietà di iscrizione per tutti coloro i quali svolgono l’attività di ingegnere, a prescindere dal settore pubblico o privato. Tenendo sempre presente il fatto che un ingegnere iscritto rappresenta una garanzia di sicurezza e qualità delle prestazioni professionali a beneficio della collettività”.

“Tra i numerosi elementi che si ricavano dal nostro rapporto – dice Giuseppe Maria Margiotta, Consigliere Segretario del CNI con delega al Centro Studi – c’è il fatto che gli studi in ingegneria continuano ad attrarre un numero assai elevato di giovani, risultando la prima scelta per numero di iscritti. Ciò dimostra che la formazione in ingegneria risponde al meglio all’esigenza dei giovani di dotarsi di un titolo di studio spendibile nel mercato del lavoro. Purtroppo, però, solo una minima parte di loro si iscrive poi all’Albo. La conseguenza è che, in base agli ultimi dati, cala la quota di coloro che si sono iscritti all’Albo da meno di 5 anni (dal 14,8% al 14,5%), mentre quella relativa agli ingegneri con un’anzianità di iscrizione superiore ai 20 anni aumenta (il 42,3% contro il 40,3% del 2023). Una chiave di lettura di questa progressiva disaffezione può essere la seguente. Poco meno della metà degli iscritti lo sono da oltre venti anni: sono laureati del vecchio ordinamento che potevano iscriversi a tutti e tre i settori dell’Albo. La divisione in settori dell’Albo, con la conseguente distribuzione degli ingegneri tra i tre settori in base alla propria specializzazione, ha dunque avviato un processo di progressivo allontanamento, soprattutto da parte degli ingegneri del settore industriale e, in misura ancora maggiore, di quelli del settore dell’informazione”.

Il rapporto del Centro Studi attesta, ad inizio 2024, un netto calo del numero di nuove iscrizioni (6.102, contro le 8mila del 2022 e del 2023), mentre aumentano le cancellazioni (4.810 contro le 4.462 del 2023). Il saldo finale, dunque, è sì positivo ma solo dello +0,5%. Degli oltre 250mila iscritti, quelli della sezione A sono 237.196 (+0,3%), mentre quelli della sezione B sono 13.150. Gli ingegneri iuniores costituiscono appena il 5% di tutti gli iscritti all’Albo. La distribuzione territoriale degli iscritti resta praticamente immutata: circa il 41% degli iscritti appartiene ad un Ordine del Meridione, mentre poco più di un terzo è iscritto ad un Ordine provinciale del Nord Italia. Un iscritto su cinque appartiene ad uno dei tre Ordini più grandi (Roma, Napoli e Milano), mentre una quota analoga è iscritta ad uno dei 55 Ordini più piccoli. In 35 Ordini il tasso di crescita del numero degli iscritti rispetto all’anno precedente è stato pari o superiore all’1%, con i valori più alti rilevati presso gli Ordini di Grosseto, Siracusa, Rimini, Caserta e Potenza (valori compresi tra il +2,4% e il 2,6%).

Passando alla composizione per genere, l’incremento degli iscritti all’Albo è merito soprattutto delle donne. Ad inizio 2024, infatti, esse costituiscono oltre il 17% del totale, contro il 91,1% del 2007. Un balzo in avanti notevole. Va notato come la “settorizzazione” dell’Albo, che sta lentamente concentrando gli iscritti quasi totalmente nel settore civile ed ambientale, contribuisce in misura notevole a questo fenomeno di progressiva “femminilizzazione” dell’Albo, considerato che i corsi di laurea e laurea magistrale del settore civile ed ambientale sono proprio quelli in cui la presenza femminile è più consistente. L’Ordine di Ancona si conferma l’Ordine provinciale con la percentuale più alta di iscritte (26,6%), seguito dall’Ordine di Cagliari (26,4%) e da quello de L’Aquila (25,7%). Gli Ordini di Bolzano e di Caltanissetta risultano invece, ancora una volta, gli Ordini con la componente femminile più bassa, inferiore al 10%.

Per quanto riguarda la distribuzione tra i tre settori dell’Albo, la situazione resta praticamente invariata rispetto al 2023: l’88,3% degli ingegneri iscritti alla sezione A e il 60,7% degli ingegneri iuniores iscritti alla sezione B appartengono infatti al settore civile ed ambientale. Per quanto concerne gli iscritti della sezione A, il dato è tuttavia condizionato dalla presenza di oltre 140mila iscritti del vecchio ordinamento che avevano la possibilità di iscriversi a tutti e tre i settori. Ma anche limitando l’osservazione ai soli ingegneri del nuovo ordinamento iscritti ad un solo settore, si rileva un ampio divario tra il civile ed ambientale e gli altri due settori: il 71% degli iscritti “monosettoriali” appartiene infatti al settore civile ed ambientale contro il 22% di quello industriale ed il 7% di quello dell’Informazione.

Infine, l’età degli iscritti. L’Albo tende a concentrarsi verso le fasce d’età più anziane della popolazione. Continua ad aumentare la quota di iscritti con più di 65 anni (17% contro il 16,5% del 2023 e il 15,9% del 2022), mentre prosegue la flessione della quota di giovani con meno di 40 anni (22,5%, un punto percentuale in meno rispetto al 2023 e addirittura 4 punti in meno rispetto al 2019). A parziale conferma, aumenta il numero di ingegneri centenari o ultracentenari: ben 68 contro i 55 del 2023! Di conseguenza continua ad aumentare l’età media: 52,1 anni per gli iscritti alla sezione A e 43,5 anni per quelli della sezione B.

Fonte: comunicato stampa Cni

Centro Studi CNI: sempre più donne ingegnere, sempre più ampi i divari di genere

L’8 marzo di ogni anno sembra ormai ricordarci un semplice e sostanziale paradosso: l’importanza crescente delle donne nella nostra società, affiancata alla (purtroppo crescente) disparità di trattamento in molti ambiti della vita sociale e lavorativa. Ancora oggi le donne hanno maggiore difficoltà rispetto agli uomini a trovare lavoro, a permanere nel mercato del lavoro, ad intraprendere percorsi di carriera e posizioni di vertice pari a quelli a cui accedono gli uomini, ad essere retribuite nella stessa misura dei colleghi a parità di mansioni esercitate.

Si sostiene spesso che al consolidarsi dei divari di genere nel nostro Paese (ma nel resto dei Paesi industrializzati e ovunque nel mondo la situazione è identica) abbia fortemente contribuito, fra i vari fattori, un costante minore accesso delle donne ai vari livelli di istruzione. I dati, però, indicano il contrario: in Italia, nella popolazione tra 25 e 64 anni, il 65,7% delle donne ha almeno un diploma, a fronte del 60,3% tra gli uomini. Inoltre, nella medesima classe d’età, tra le donne il 23,5% possiede una laurea, contro il 17% rilevato tra gli uomini. In poche parole oggi, e anche nel recente passato, le donne sono più diffusamente istruite rispetto agli uomini, cercano di accedere a corsi di studio con maggiore intensità rispetto al genere maschile, aspirano e ottengono una laurea in misura consistentemente maggiore di quanto lo facciano gli uomini.

Una volta entrate nel mercato del lavoro, però, per molte la situazione cambia: i percorsi di carriera diventano più complessi e accidentati ed un indicatore di diseguaglianza che vale per tutti è il differenziale salariale, sistematicamente più basso per le donne rispetto agli uomini in qualunque settore produttivo.

Il problema è evidente anche nel settore dell’ingegneria e, più in generale in ambito STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Anche in questo caso, però, occorrerebbe sfatare alcuni luoghi comuni. E’ vero che attualmente in Italia (in Europa la situazione è simile) il numero di donne con un titolo terziario in ambito STEM è considerevolmente più contenuto rispetto a quello degli uomini: in Italia, considerando la popolazione di giovani adulti (25-34 anni), tra le donne solo il 16,6% ha un diploma/laurea nelle discipline STEM, a fronte del 34,5% rilevato tra gli uomini.

Tuttavia, anche in questi ambiti, da tempo si assiste ad una ascesa costante del numero delle donne. In Italia, ad esempio, se consideriamo le laureate magistrali nelle aree disciplinari STEM, nel 2013 erano 14.813, nel 2015 erano 15.136, nel 2017 sono state 17.893, nel 2021 sono state 20.059. Tra il 2013 ed il 2021 (ultimo dato Eurostat disponibile) in Italia il numero di laureate magistrali nelle aree disciplinari STEM è aumentato del 35%, tra gli incrementi più elevati in ambito europeo: in Germania l’incremento è stato del 30%, in Francia del 24,2%, in Austria del 28%, in Belgio del 33% e nel Regno Unito intorno al 20%.

Anche se si guarda al solo settore dell’ingegneria, la presenza femminile cresce in Italia a livelli considerevoli. Nel 2010 le donne che hanno conseguito una laurea magistrale in ingegneria sono state 3.140; nel 2021 sono state 8.267. Nel 2010 le laureate magistrali in ingegneria costituivano il 23% del totale laureati in ingegneria, mentre nel 2021 esse costituiscono 30,8%. In Europa ci poniamo attualmente in una posizione intermedia tra i principali Paesi dell’Unione: tra il 2015 ed il 2021, secondo i dati Eurostat, il numero di laureate magistrali in Ingegneria in Italia è aumentato del 23,2%, In Germania del 23,3%, in Belgio del 12%; in Francia e in Spagna il ritmo di crescita sarebbe diminuito mentre nel medesimo periodo Paesi come l’Austria, l’Olanda e l’area scandinava hanno registrato incrementi intorno al 40%.

In Italia si è assistito anche ad un apprezzabile incremento della quota di donne iscritte all’Albo degli ingegneri: erano il 9% del totale nel 2007 a fonte del 17% attuale.

In questo scenario in cambiamento, almeno nei numeri, nulla sembra mutare nel mercato del lavoro e nei divari di genere che esso manifesta. Per tutti valgono i differenziali salariali di genere, presenti in tutti i settori ed a tutti i livelli. Nell’ambito del lavoro professionale il dato è eclatante: dagli ultimi disponibili, risalenti al 2021, tra gli ingegneri iscritti ad Inarcassa, gli uomini registrano un reddito medio di 44.459 euro, mentre le donne presentano un reddito medio di 26.083 euro con un gender paygap quasi del 48%. Gli architetti iscritti ad Inarcassa registrano un reddito medio annuo di 33.525 euro a fronte dei 20.748 euro registrati dalle colleghe, con un paygap pari al 38%. Il gender paygap di tutti i liberi professionisti iscritti alle Casse private si attesta attualmente, secondo i dati Adepp, al 44%.

Le ragioni di queste differenze sono molteplici. Nel mercato del lavoro, specie in Italia, pesa considerevolmente il fatto che le donne, più degli uomini, debbano cercare di conciliare i tempi di lavoro con quello delle cure parentali, oltre alla sostanziale mancanza di servizi alle famiglie, di asili nido e altre attività diffuse che permettano, soprattutto alle coppie più giovani, di conciliare meglio il lavoro e le esigenze della famiglia. Queste spiegazioni valgono tuttavia fino ad un certo punto. Soprattutto sulle differenze di trattamento salariale non possono più essere addotte giustificazioni per le quali le donne scontano una sorta di ritardo in termini di qualificazione delle competenze rispetto agli uomini. Il recupero dei ritardi è sempre più veloce e, se guardiamo a comparti iperspecialistici come l’ingegneria e l’intero campo delle STEM, in un futuro molto prossimo ci saranno sempre più donne qualificate. Ad un trend crescente di donne sempre più motivate e sempre più qualificate non corrisponde una flessione dei differenziali salariali, ma anzi il problema sembra acuirsi e andrebbe affrontato probabilmente con politiche e strumenti nuovi di sostegno alle famiglie ed alle donne. 

“Assistiamo da tempo – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI – ad un incremento costante delle donne laureate in ingegneria e delle iscritte all’Albo degli Ingegneri. Le laureate in ingegneria sono oggi poco più del 30% del totale a fronte di poco più del 20% di venti anni fa. Si tratta di una crescita lenta seppure costante, ma il problema resta un altro, ovvero la sostanziale differenza di trattamento che il mercato del lavoro riserva ancora oggi a uomini e donne. Il differenziale salariale è l’elemento più evidente ed il problema si acuisce nella libera professione, anche in ambiti in cui a tutti sono richieste competenze alte, frutto di studi complessi, come nel campo dell’Ingegneria. Le richieste del CNI per il rispetto delle norme sull’equo compenso sono uno dei tanti strumenti per garantire la qualità delle prestazioni, ancor più, probabilmente, le donne che registrano forme di disparità di trattamento salariale. Ma la vera partita per la parità dei diritti si gioca su altri piani, a partire da migliori incentivi e servizi soprattutto per le famiglie e per le donne più giovani che dovrebbero poter condividere le attività relative alle cure parentali. Da questo punto di vista, anche le Casse di previdenza private potrebbero essere maggiormente protagoniste di una stagione che sostenga le nuove generazioni di donne lavoratrici”.

“In occasione dell’8 marzo – dice Ippolita Chiarolini, Consigliera del CNI – vogliamo ribadire l’importanza dei contributi femminili al mondo del lavoro anche per incentivare la riduzione dei divari di trattamento sul lavoro, tra uomini e donne. Nell’ambito della libera professione in Ingegneria, una donna guadagna mediamente il 47% in meno di ciò che guadagnano gli uomini. Eppure tutte le statistiche inequivocabilmente segnalano che in Italia le donne, anche in Ingegneria, concludono prima degli uomini il ciclo di studi universitari e che il numero delle donne laureate sta aumentando in maniera consistente; insomma, in diversi ambiti molto specialistici e complessi siamo determinate e motivate a lavorare bene e a crescere, forse molto più degli uomini. Vorremmo che questo 8 marzo non fosse il momento in cui si fa retorica sull’importanza del ruolo della donna oggi; vorremmo piuttosto strumenti e servizi nuovi capaci di innescare un reale cambio di passo che ponga fine ad una subalternità della donna nel mercato del lavoro, che non giova a nessuno”.

Fonte: Comunicato stampa CNI

“Premio Ciro Perusini”: dall’Ordine degli Ingegneri di Treviso borse di studio per le tesi magistrali sull’evoluzione urbanistica della Marca

L’Ordine degli Ingegneri di Treviso, in collaborazione col Comune di Treviso, ha indetto il bando 2024-2025 del “Premio Ciro Perusini”, rivolto agli studenti universitari per l’assegnazione di borse di studio per tesi di laurea magistrale sui temi inerenti l’evoluzione urbanistica sostenibile nel territorio della Marca Trevigiana.

Il “Premio Ciro Perusini” nasce per iniziativa dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Treviso in onore di Ciro Perusini, un ingegnere urbanista recentemente scomparso, con la finalità della qualità urbanistica e dello sviluppo urbano nel territorio trevigiano, declinata anche sugli aspetti del miglioramento delle infrastrutture viarie, digitali ed energetiche, ovvero, più in generale, dello sviluppo della smart-city.

Il termine ultimo per l’iscrizione è fissato al 30 aprile 2024.

Scarica qui il Bando completo.

Scarica qui la domanda di partecipazione.

Premio “Tesi di laurea”: tre premiazioni dal Collegio Ingegneri Venezia

Il Collegio Ingegneri Venezia ha istituito un premio “Tesi di laurea”, volto alla premiazione di tre tesi di laurea, nei settori Civile Ambientale, Industriale e dell’Informazione, con l’obiettivo di sviluppare la ricerca, l’innovazione e la sostenibilità per affrontare l’evoluzione della nuova realtà che ci circonda.

Al bando 2024 potranno essere ammessi ingegneri che abbiano conseguito la laurea magistrale presso un’università italiana negli anni accademici 2021/20222022/2023 con tesi finalizzate ad approfondire aspetti e criticità nei vari ambiti dell’ingegneria; la scadenza è fissata al 31 maggio 2024 ore 12.00 ed Il premio sarà pari a euro 1.500,00 (al lordo delle ritenute fiscali di legge).

Si trasmette dunque il link al bando dell’edizione di quest’anno, con preghiera di darne la massima diffusione, in modo da portarlo a conoscenza dei possibili interessati.

Qualora sia richiesto il PDF del bando è scaricabile qui.

Gli allegati editabili sono scaricabili qui.

VIDEO INCONTRO – guida all’iscrizione all’Albo Unico nazionale dei CTU e dei periti (16 febbraio, ore 9.30-11.30)

Si terrà venerdì 16 febbraio dalle 9:30 alle 11:30 il VIDEO incontro in diretta streaming dedicato al supporto nella procedura di iscrizione all’Albo Unico nazionale dei CTU e dei periti.

In attuazione di quanto stabilito dal decreto ministeriale 4 agosto 2023 n.109 – la FOIV con gli Ordini provinciali del Veneto intende fornirti ulteriori indicazioni in vista dell’imminente avvio delle procedure di iscrizione al Portale del Ministero della Giustizia. La domanda di iscrizione all’Albo Unico CTU si dovrà inserire telematicamente mediante il link presente nell’area “Servizi” sotto la voce “Portale Albo CTU del Portale dei Servizi Telematici” nel sito Portale dei Servizi Telematici del Ministero della Giustizia | Home.
In questa fase, i professionisti già iscritti all’Albo dei CTU del Tribunale, per mantenere l’iscrizione, dovranno inserire un’apposita domanda entro il termine perentorio del 4 marzo 2024.

Al fine di condividere le eventuali difficoltà / dubbi / consigli la FOIV, insieme agli Ordini provinciali del Veneto, ha deciso di organizzare un VIDEO incontro nel quale verranno illustrati i vari passaggi che si rendono necessari per completare ed inviare telematicamente la domanda.

Relatore:
Ing. Leonardo Tesser, Componente Gruppo di Lavoro FOIV “Ingegneria forense”.

ISCRIZIONI entro il 14 febbraio:
per iscriverti compila il form su https://forms.gle/Nqh6APA6PoWKmRns8
Il link per il collegamento sarà trasmesso agli iscritti 24 ore prima il live streaming.
L’incontro è GRATUITO con un limite massimo di 250 partecipanti, pertanto in caso di assenza sarà obbligatorio comunicarlo tramite e-mail a segreteria@foiv.it per favorire la partecipazione

N.B. Si raccomanda di avere a disposizione per tale incontro:

  • Credenziali di accesso tramite SPID e/o chiavetta di firma digitale per accedere al portale Portale dei Servizi Telematici del Ministero della Giustizia | Home con preliminare verifica della loro funzionalità;
  • Credenziali di accesso tramite SPID e/o username e psw per accedere al portale MYing con preliminare verifica della loro funzionalità;
  • Dati relativi al proprio percorso formativo / professionale quali percorso di laurea, data di laurea, data di iscrizione all’Albo, numero di iscrizione, eventuali certificazioni e/o specializzazioni particolari conseguite, percorso lavorativo (curriculum quanto più aggiornato);
  • Dati relativi alla data di iscrizione all’Albo dei C.T.U. presso il Tribunale della Provincia di appartenenza e al numero di iscrizione;
  • Eventuale domanda di aggiornamento all’albo dei C.T.U. con indicate le materie di competenza e le specializzazioni secondo le tabelle Ministeriali per Consulenti Tecnici d’Ufficio.

L’iniziativa non gode del riconoscimento dei CFP- Crediti Formativi Professionali.

Evento realizzato a cura del Gruppo di Lavoro FOIV “Ingegneria forense”.

LA FEDERAZIONE FOIV FESTEGGIA I SUOI 50 ANNI

Il 2024 sarà all’insegna delle celebrazioni per la Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto (FOIV) che festeggerà i primi 50 anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1974.

La Federazione FOIV è una libera associazione nata per volontà dei sette Ordini degli Ingegneri provinciali con l’obiettivo di coordinare e favorire l’aggregazione delle attività dei professionisti veneti nel campo della cultura tecnica e della formazione professionale, rappresentando di fatto anche un interlocutore privilegiato con i principali attori politico-istituzionali regionali e nazionali, le associazioni  di categoria e i centri di ricerca universitari.

“Con il nostro cinquantesimo abbiamo raggiunto un grande traguardo, ma il nostro impegno prosegue – afferma il presidente della Federazione FOIV, Paolo Gasparetto –. Continueremo a guardare all’esperienza accumulata nel nostro passato per cogliere le sfide del presente e costruire il futuro della nostra professione, garantendo sempre la nostra presenza nel territorio e mettendo sempre a disposizione della società la professionalità della figura dell’ingegnere”.

Per il 2024 la Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto ha in programma una serie di eventi, oltre alla pubblicazione di un libro dedicato a questo primo mezzo secolo di vita, proprio allo scopo di festeggiare l’importante anniversario.

Convegno informativo ASCI “Violenza sulle donne – analisi del fenomeno”

Il prossimo 24 novembre 2023, dalle ore 15.30, si terrà un convegno informativo dal titolo “Violenza sulle donne – analisi del fenomeno”, organizzato da ASCI – Associazione per la diffusione delle Scienze Criminologiche e delle Investigative, in collaborazione con il CUP Veneto. L’evento si terrà presso l’Auditorium del Centro Culturale S. Maria delle Grazie in via Poerio 32 a Mestre (VE).

Qui la locandina dell’evento.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy